Egregio Sig. Carlo C. non è l’unico cacciatore a stupirsi di tale cambiamento. All’uopo ho scritto dei pensieri al riento da una caccia in compagnia di amici accompagnatisi con i rispettivi soggetti. E tali pensieri sono poi sfociati nel testo pubblicato “ Setter da salotto “. Come ben vedrà, le idee sono chiare ed univoche. “Can che corre prima o poi fermerà” è il ritornello che risuona da qualche decennio. Ma è ovvio che, passata qualche monta, alcuni come lei si interroghino sul cambiamento comportamentale. Vede, la selezione dettata dalle regole esistenti è più che corretta. E’ l’interpretazione dell’uomo errata! Il “più è meglio” ha nuociuto sia al mondo espositivo che a quello delle prove. Si è quindi persa la moderazione nell’incastonare i mattoni che costruiscono il Setter Inglese e lo si è fatto più piccolo, troppo piccolo, fino a perdere perfino l’espressività di razza. Lo si è fatto troppo veloce perché esprima ancora la dote della filata. Lo si è corretto troppo perché ricordi come si fa a guidare ed accostare un selvatico. E pensi che parlo di cani ancora capaci di fermare. Chiedo venia: della ferma non parliamone.