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Egregia Sig.ra Manola,
non è l’età in sé dello stallone che concede di prevedere una buona riuscita della cucciolata, ma la possibilità di analizzarlo morfologicamente ed attitudinalmente prima del suo utilizzo come riproduttore. Un soggetto troppo giovane non consente di verificare tutte le tipicità di razza, controllare se sarà sano anche nella maturità, ecc. Al contrario, un soggetto troppo anziano può presentare una vitalità spermatica ridotta ed altri problemi legati alla trasmissibilità genetica (es. errori nella duplicazione del DNA spermatico). Solitamente, il vigore massimo per un maschio è compreso tra i 3 ed i 6 anni, range che permette, inoltre, quell’attenta valutazione che ogni allevatore dovrebbe avere nell’oculatezza della scelta dei propri stalloni.

Egregio Sig. Carlo C. non è l’unico cacciatore a stupirsi di tale cambiamento. All’uopo ho scritto dei pensieri al riento da una caccia in compagnia di amici accompagnatisi con i rispettivi soggetti. E tali pensieri sono poi sfociati nel testo pubblicato “ Setter da salotto “. Come ben vedrà, le idee sono chiare ed univoche. “Can che corre prima o poi fermerà” è il ritornello che risuona da qualche decennio. Ma è ovvio che, passata qualche monta, alcuni come lei si interroghino sul cambiamento comportamentale. Vede, la selezione dettata dalle regole esistenti è più che corretta. E’ l’interpretazione dell’uomo errata! Il “più è meglio” ha nuociuto sia al mondo espositivo che a quello delle prove. Si è quindi persa la moderazione nell’incastonare i mattoni che costruiscono il Setter Inglese e lo si è fatto più piccolo, troppo piccolo, fino a perdere perfino l’espressività di razza. Lo si è fatto troppo veloce perché esprima ancora la dote della filata. Lo si è corretto troppo perché ricordi come si fa a guidare ed accostare un selvatico. E pensi che parlo di cani ancora capaci di fermare. Chiedo venia: della ferma non parliamone.

Gli “evocati uditivi” è una semplicissima prova che può fare anche lei quando non osservato dal suo cane. Battere le mani a 2/3 metri di distanza le permette di capire se il cane è o no sordo. nel Setter Inglese esistono 2 tipi di sordità: la monolaterale e la bilaterale e colpiscono il 10% della razza. La sordità, nel Setter Inglese, è congenita e trasmissibile, quindi, l’allevatore, se fosse cosciezioso, non metterebbe più in riproduzione i soggetti che hanno dato luogo a tali cucciolate. Le ricordo che è nel suo diritto restituire il cane per averne un altro in cambio. Oppure, essendo viziato il contratto di compra-vendita, può richiedere la restituzione della somma per rivolgersi ad altri allevatori (dato il caso è forse meglio). Cacciare con un cane completamente sordo è sempre difficile, in modo speciale se si tratta di razze che tendono ad avere una cerca ampia. Il problema sorge nel collegamento col conduttore. Sarà sempre un cane con una marcia in meno di altri e difficilmente educabile ed addestrabile (niente è impossibile). Oltre a questo, nella maturità giungerà la consapevolezza di dover stare vicino al conduttore per non perdersi. Innanzi a queste previsioni non rosee, faccia lei.

Egregio Sig Rudi,
nulla è mai impossibile. Quello che lei imputa a sé stesso è da imputare a colui che le ha ceduto il cucciolo. Egli stesso doveva sapere (?) cosa le stava consegnando e non doveva essere avaro d’informazioni nell’immediato, come nel mantenere almeno un contatto telefonico nel proseguo. E’ proprio questa figura che si discosta da una più professionale che si accerta di consegnare un prodotto adatto alle esigenze dell’acquirente e lo segue anche dopo la cessione. Se possedessi un maneggio al posto di un canile, ad un neofita scosiglierei il purosangue per la prima monta della sua vita. Con ciò non voglio affermare che i neofiti si debbano accontentare di un ronzino, ma bensì di un soggetto che dimostrerà più equilibrio e collegamento di un’altro. Ed anche se percorrerà 50 metri in meno, pazienza! L’importante son ben altre cose. Purtroppo la sconsideratezza di alcuni accoppiamenti “spinti” portano poi a ciò capitato a lei.
Scusandomi della prefazione dovuta per mettere a fuoco un concetto per me importante, posso dirle che opterei per il collare d’addestramento. Il cane è oramai cacciatore e non si farà certo intimorire da un paio di stimolazioni. Altrettanto il suo comportamento non cambierà nei confronti della selvaggina se tale addestramento sarà esplicitamente messo in atto ed indirizzato nel momento dell’ubbidienza. Quindi, niente selvaggina, sguinzagliare il cane e lasciarlo scorrazzare per 3-4 minuti. Poi richiamarlo e se il somaro fa orecchie da mercante, dopo 3-4 secondi somministrare la prima leggera stimolazione. Osservando il cane si può capire se tale stimolo sia da rinforzare oppure no. Se il cane non risponde alle sollecitazioni, stimolarlo nuovamente. Gli impusi devono essere sempre singoli e di breve durata. Se il soggetto risponde e viene da voi per farsi legare, si facciano un sacco di feste e rassicurazioni (dopo ovviamente averlo legato). Alla fine delle “coccole”, sedare il cane se si è infervorato e sguinzagliare nuovamente facendo capire al cane che raggiungere il padrone non vuol dire l’interruzione definitiva del divertimento nel cercare la selvaggina, ma solo una “pausa”. Questo è un metodo classico. Nel caso avesse ulteriore bisogno, mi contatti nuovamente.
Solitamente non parliamo di prezzo via web. Potrei però darle degli indici di valutazione per poter capire come mai un cucciolo di Setter Inglese selezionato può costare qualche centinaia di euro. I costi di un allevamento sono abbastanza elevati e di seguito riporto i più importanti e costanti, omettendo quelli sopravvenuti per casualità ed i minori.
– Acquisto, ammortamento e manutenzione della struttura
Alla luce di tutto questo, faccia lei ora il prezzo.
Dott. XXX:
Caro omonimo, rispondere alla domanda che mi poni è tutt’altro che semplice, senza disporre di esami rx, senza i quali non è possibile fare diagnosi di displasia dell’anca. Certamente posso dirti che se un cane di 5 mesi dovesse manifestare clinicamente la displasia dell’anca così presto, sarebbe certamente una forma molto grave.
Tuttavia un cucciolo di cinque mesi affetto da grave displasia dovrebbe manifestarle con sintomi ulteriori, oltre la scarsa larghezza del bacino, come difficoltà di movimento specie nel salire pendii ripidi o nel saltare verso l’alto ecc. cioè in tutti quei movimenti che implicano una notevole spinta del posteriore, specie verso l’alto. Non si può comunque escludere che la displasia si manifesti anche in soggetti discendenti da cani esenti (e dico esenti, cioè cani sottoposti comunque a diagnposi radiografica con esito negativo, e non solo clinicamente sani), in quanto la displasia dell’anca è una patologia di cui si può ereditare la predisposizione, ma che in effetti è dovuta a problemi di crescita.
Se come mi sembra di capire, il tuo cucciolo presenta solo una carenza di diametri trasversi nel posteriore, potrebbe verosimilmente trattarsi di una scarsa crescita muscolare, per la quale però non interverrei comunque con esercizi pesanti prima dell’anno di età, e sempre in maniera molto progressiva: inizialmente permettere al soggetto di muoversi a suo piacimento, senza però stimolarlo troppo per evitare un eccessivo affaticamento che sarebbe poi controproducente. All’esercizio fisico aggiungerei inoltre una dieta ricca di proteine animali, senza le quali non è possibile un corretto sviluppo muscolare. Per escludere la displasia aspetterei verso gli otto mesi per far eseguire, da un collega abilitato all’esame ufficiale per la displasia, una rx cosiddetta preventiva.
Ciao ed auguri XXXXX.
A prescindere dalla forma usata da A. A. e la corretta risposta del veterinario contattato on-line, è lecito porsi il dubbio su che tipo di riproduttori tale allevamento si basi e dalla domanda posta, che preparazione possa avere in cinofilia il sig. A.A..
Ma la ricerca ha dato anche altri risultati.

2) Dall’archivio storico del “Corriere della Sera” salta fuori un articolo:

corruzione, arrestati i BBB avrebbero praticato attraverso la CCC, societa’ del gruppo, ribassi da capogiro per aggiudicarsi appalti in provincia di ZZZ. arrestati anche YYY e A. A.

        Nuovamente arrestati XXX e YYY. La procura li accusa di corruzione e associazione per delinquere.

       .omissis

non tenendo conto dagli atti istruttori e dei procedimenti seguenti, posso farmi un’idea personale. Dalle nostre parti si dice che “La vacca non è nera se almeno non ha una pezza”. Inoltre, da una ricerca incrociata risulta che il Sig. A.A. è residente proprio nello stesso luogo citato dal Corriere della Sera. Casualità? E se ci fossero 2 A. A. nella stessa provincia? Giusto! Ma le Pagine Bianche ( www.paginebianche.it ) fanno chiarezza su questo. A questo punto, nessun dubbio! Si tratta proprio del sig. A. A.
Questo è solo un esempio dell’uso di internet che ogni cacciatore può fare per chiarirsi le idee. Mi sono spiegato?
E’ una domanda a cui è impossibile rispondere con certezza matematica. In ogni caso, Internet è una buona fonte. Non ha idea di quante informazioni ci siano in questo enorme contenitore. Intanto può verificare se tale allevatore ha o no un affisso dal sito della F.C.I.. Inoltre, traendo spunti dal sito internet di colui che si dichiara “allevatore”, può benissimo effettuare delle ricerche con gli appositi “motori di ricerca”. Ad esempio, usando nome e cognome dell’allevatore, l’indirizzo, oppure altre informazioni che trova nelle pagine dell’allevamento in causa. Per il mio affisso, il titolare è “Fongaro Renato”. Questo è dichiarato sul mio sito come anche il mio numero d’affisso, il mio indirizzo, numero telefonico, ecc. Usando le virgolette per il cognome e nome, la ricerca dei motori è più approfondita e concede risultati mirati. Un esempio. Incuriosito dal nome di un nuovo allevamento, ho inserito il cognome e nome del titolare dell’allevamento stesso in un motore di ricerca per avere delle informazioni su di esso. Per rispettare la privacy, lo chiameremo “A” “A”. Questi alcuni dei risultati:
1) In questo caso si tratta di un blog ove un veterinario risponde alle domande dei partecipanti.

Se i problemi sono sorti per colpa del Setter Inglese, contatti un addestratore, un comportamentista od un allevatore vicino a lei. I problemi che si riscontrano possono essere risolti mediante la consultazione di una persona che conosce profondamente la psiche dei cani o la razza in questione. A volte, nonostante il proprietario ricerchi la miglior soluzione, l’affidamento non funziona per la lontananza del vero e primo proprietario. Poi, il soggetto da lei scelto può non essere o non appartenere alla razza che ella cercava. Anche le circostanze possono cambiare drasticamente in modo che non sia più possibile tenere con lei il suo Setter Inglese. Se ciò si verifica, il primo passo dovrebbe essere quello di chiamare l’allevatore e verificare se lui può riprendere il cane od aiutarla a ricollocarlo presso una famiglia che sappia tenerlo in modo consono. Se non si riesce in questo intento, contattati il servizio Asl zonale.

Il Setter Inglese è una razza che offre amore incondizionato. Essi, in cambio di tanto, chiedono solo benevolenza e poco del vostro prezioso tempo. In queste poche parole troverà cosa penso del Setter Inglese.

Un allevatore di reputazione è sempre pronto a mostrare la fattrice, i cuccioli ed altri adulti che sono compresi nel programma di riproduzione, in modo che sia possibile ottenere una congrua previsione del temperamento e dell’aspetto degli stessi cuccioli quando cresceranno. Gli allevatori di pregio sono inoltre sempre ben disposti a parlare apertamente dei problemi sanitari dell’allevamento e descrivere le precauzioni che sono state adottate per cercare di garantire che i cuccioli siano esenti da patologie ereditarie e non. Naturalmente i problemi genetici sono molto difficili da eliminare da una razza ed anche il più attento degli allevatori può ottenere una inattesa e spiacevole sorpresa. Però l’allevatore serio ha sempre un piano per far fronte a tali situazioni e lo mette in pratica immediatamente alla prima insorgenza. A volte si tratta di un cucciolo in sostituzione od il rimborso parziale del prezzo d’acquisto.

Il Setter Inglese da salotto, da caccia e da prove
Anche se l'argomento assume una connotazione propagandistica, bisogna pensare che per valutare oggettivamente la maggiore o minore attitudine del Setter Inglese rispetto alle altre razze nell'esercizio venatorio, non dobbiamo fare riferimento a gusti personali, ma ai canoni ufficiali dalla cinofilia descritti dallo standard di lavoro. Quindi, la prestazione richiesta nelle prove dovrebbe aderire il più possibile allo standard di lavoro e che dovrebbe, a sua volta, derivare dalla caccia. Purtroppo, le prestazioni nelle prove si sono via via allontanate sempre più dalla caccia cacciata influenzando la selezione del Setter Inglese. Eccoci attualmente innanzi a tre "tipi" di Setter Inglese: quello da expo, quello da caccia e quello da prove. I cani da expo sono ritenuti esclusivo oggetto di bellezza da esporre in salotto come un soprammobile; le progenie di cani da caccia vengono lasciate a sé stesse ed alle capacità dei cacciatori tramite gli accoppiamenti all'ombra dei campanili di paese; i cani da prove vivono esclusivamente sui furgoni degli handlers ed a caccia non vanno praticamente mai. In più, tra i Setter da caccia, troviamo due o tre "taglie": "piccoli" (che non superano i 18 Kg), "medi" (che non superano i 21 Kg) e "grandi" (o per meglio dire, in standard).
Nelle prove di lavoro, uniche eccezioni che si avvicinano alla caccia cacciata sono le prove su beccacce ed i cani che eccellono in tali prove sono numericamente ininfluenti, dal punto di vista riproduttivo, rispetto a quelli selezionati da altri tipi di campionati. Ma anche qui troviamo qualche cosa che dovrebbe essere rivisto. Ne sono classico esempio la maggior parte dei soggetti che partecipano a tali prove e che impressionano gli osservatori con rapide ed efficaci ascensioni da scalatori provetti, mantenendo ritmi esagerati per tutta la durata del turno. Questi cani, posti a correre in pianura, denunciano tutti i loro difetti morfologici. È quindi corretto premiare e mettere in riproduzione cani che mostrano utilizzare l'inclinazione del bacino di una capra selvatica piuttosto che di un vero Setter Inglese?
Oggi, purtroppo, il significato di cinofilia venatoria è sulle pagine del libretto di lavoro del cane e su cui sono trascritte le qualifiche collezionate. Il problema, infatti, sorge dal fatto che si è generata confusione fra il concetto di velocità ed il concetto di stile. Potrebbe essere vero che la velocità diviene funzionale quando permette di coprire più terreno (nell'unità di tempo) e quindi di aumentare le possibilità d'incontro. Ma se un cane corre più forte di quanto il suo naso gli permette, la velocità diventa eccessiva e controproducente, non solo perché è causa di sfrulli o trascuri, ma anche perché interferisce con una cerca intelligente ed impegnata, indispensabile per un buon incontrista. Sta di fatto che la velocità e la cerca fatta di meccanici lacets sono diventate oggi il comune denominatore che appiattisce lo stile, perché a certe velocità diventa oggettivamente impossibile distinguere un eccellente galoppo da uno mediocremente buono e diviene anche impossibile stabilire il confine oltre il quale la velocità è eccessiva per il naso di quello specifico soggetto. Inoltre, all'esaltazione della velocità viene meno la funzione delle prove come momento di verifica e di valorizzazione dello stile. In questi soggetti, quando la velocità viene ridotta a misura di caccia, il più delle volte non si osserva più il bel movimento del Setter Inglese, ma solo un goffo galoppo. Sembrerebbe, quindi, che la selezione nella direzione della velocità abbia involuto la conservazione della tipicità dell'andatura. Aggiungiamo, poi, che tale esasperazione ha annullato "l'espressione di cerca" che ci consente di distinguere e valutare quel che sta passando nel naso e nella testa del cane. Negli attuali trialers tale espressione evidenzia solo la volontà di una prestazione atletica da interrompere quando sul percorso viene a trovarsi un'emanazione talmente intensa da irrigidire gli arti in una frenata a "peso morto". Quando accade ciò si è valicato il confine oltre il quale le prove non sono più compatibili con l'attività venatoria. E questi sono i riproduttori selezionati e proposti per gli accoppiamenti dai quali far nascere i cani da caccia. Riproduttori ove la velocità viene presa a termine di misura dell'avidità. Nel cervello del cane non è rimasto altro.

Il mantenimento alimentare
Per avere ottimi cuccioli (dal punto di vista morfologico), oltre a selezionare stalloni e fattrici, è d'obbligo un'alimentazione corretta e bilanciata nella quantità e qualità del prodotto somministrato, sia per i genitori che per i cuccioli stessi. In commercio ve ne sono tantissimi, a partire da quelli di scarsa qualità fino ad arrivare all'eccelsa. tutti i nostri cuccioli sono alimentati con quello che
reputiamo, secondo nostra esperienza, il migliore prodotto Italiano (Dogbauer) e che nulla ha da invidiare per qualità e contenuti, al più conosciuto, dal punto di vista pubblicitario e distributivo, mangime secco "americano". Noi partiamo dal presupposto che non sia possibile individuare con buona approssimazione (fino almeno ai 6/7 mesi) la struttura di un cane, quindi alimentiamo tutti i cuccioli del nostro canile alla stessa maniera, in modo tale che il nostro "investimento alimentare" dia i suoi "frutti morfologici". Sarebbe incoerente, per risparmiare un centinaio di euro, effettuare una cernita (attorno ai 2 mesi) e decidere a chi somministrare il prodotto migliore, mentre agli altri uno scadente. C'è però chi lo fa partendo dal presupposto che alcune cucciolate "mirate" rimarranno nella  "scuderia" mentre altre verranno vendute interamente, senza pensare che la migliore pubblicità di un canile è un cinofilo soddisfatto.
Anche il modo di trattare le fattrici è, in taluni canili, a volte non corretto. Le fattrici o le future fattrici, oltre ai soliti "bla bla bla" su morfologia, movimento ed attitudini venatorie, per "rendere" dal punto di vista materno devono vivere la vita in modo completo: ottima alimentazione, movimento e caccia sono l'unica giusta formula, sia dal punto di vista della salubrità del fisico che dell'equilibrio psicologico. Esistono allevamenti in cui le fattrici non hanno mai visto il cancello di casa. Le cagne gestanti abbisognano invece di movimento. Le Scienze applicate all’allevamento canino ed in modo speciale alle gestanti,  studiano e trattano di alimentazione, cure, additivi alimentari, ecc, cioè di tutto ciò che fa mercato e muove denaro. Noi ci siamo posti , in prima battuta, una domanda:"  In quale caso della Natura i mammiferi gravidi rimangono fermi fino al parto come la maggioranza delle fattrici degli allevamenti di cani?". Anche se tale importante argomento non ha mai trovato eco sulla carta stampata, la Scienza ha dato ragionevoli risposte in merito, sia dal punto di vista fisiologico che psicologico. E non sono di molti anni fa le affermazioni di esimi professori che consigliano la moderata attività fisica perfino alle donne gestanti. E' innegabile che i feti, siano essi di uomo o cane, all'aumentare del loro volume abbisognano di trovare una allocazione uterina variabile proprio perché in continuo accrescimento. E da soli, molto spesso nelle cucciolate "abbondanti", si trovano in difficoltà. La corretta attività fisica della futura
fattrice permette loro di spostarsi con continuità fino a trovare la posizione intrauterina più comoda per la loro grandezza e dimensione del momento. Per fare un esempio, si pensi alla cottura dell'uovo alla coque. Il tempo di cottura è importantissimo tanto quanto tenere le uova mescolate. Il mescolamento permette al calore sviluppato dalla fiamma di raggiungere uniformemente tutta la
superficie del guscio e quindi, le proteine in esso contenute, precipiteranno contemporaneamente consentendo una cottura uniforme. Ma ancora meglio questo esempio. Riempite velocemente uno scatola di cartone fino al bordo con vari oggetti. Quando piena, svuotatela. Ora, riempite lo stesso cartone con gli stessi oggetti, avendo l'accortezza di scuotere il cartone ad ogni pezzo aggiunto. Alla fine la scatola risulterà ancora riempibile.
Dato che la letteratura cinofila italiana tratta pochissimo questo aspetto, le teorie degli allevatori si sprecano a fantasticare, seguendo talvolta ragionamenti che portano, dal punto di vista scientifico, ad una bolla di sapone. Per giustificare il loro pensiero, molti allevatori affermano che lo sforzo fisico sia deleterio per la cagna stessa e per i feti. La cagna gravida, specialmente nell'ultima fase della gestazione, si muove goffamente, talvolta mostrando fatica. Ed è proprio questo che suggerisce inconsciamente all'allevatore di tenerla all'interno del box. Niente di più falso. O per meglio dire, una verità a metà. Se dal punto di vista fisiologico l’impianto nell’utero delle uova fecondate abbisognano di qualche giorno dopo la monta, il movimento allena gli addominali
preparandoli allo sforzo del parto e dona elasticità alla tonaca muscolare uterina per il gravare dei feti su di essa. Quindi, una decina di giorni potrebbero bastare per questa “sottigliezza” che in Natura non viene messa in pratica e che è, invece, un fattore limitante la riproduzione. In effetti, sempre in Natura, non tutte le uova fecondate si trasformano in feti, e non tutti i feti riescono a
migrare ed impiantarsi nell’utero. Questo, sicuramente, dovuto in parte all’erratismo dei mammiferi predatori/opportunisti, cioè al continuo movimento in cerca di qualche cosa da mangiare. C’è quindi da domandarsi se anche l’accortezza di tenere ferme le cagne gravide per qualche giorno dopo la monta non crei progenie portatrici di handicap genetici, rappresentati da caratteri dominanti o recessivi che siano.
La libertà di muoversi al di fuori di un recinto è importante tanto quanto trottare o correre in mezzo ad un campo. Specialmente per quelle fattrici che conoscono la selvaggina e che non perdono tempo nel cercarla. Così è anche in Natura per gli altri mammiferi quadrupedi. Tale attività sarà impostata dall'allevatore coscienzioso in modo inversamente proporzionale alle dimensioni dell'addome. Non è un segreto che all'aumentare del volume dei feti (e quindi della pancia) si riducono gli spostamenti fetali e quindi la cagna abbisogna di meno attività.
Un parentesi di rilievo deve essere fatta sul fattore limitante il movimento: la massa addominale. Tale fattore rende difficile le cose che prima erano facili ed automatiche come grattarsi, spulciarsi, leccarsi, ecc. L’azione più importante, il leccamento dei genitali esterni, diviene quasi impossibile nel periodo antecedente il parto. Una giusta accortezza nei confronti di tali cagne è la saltuaria disinfezione con comunissimi fazzoletti disinfettati. Cosa a cui purtroppo pochi pensano.
Tornando all’argomento principale, il libero movimento, oltre che da un punto di vista fisiologico (per i feti e per la cagna), è anche importante per la psiche della gestante. Non è difficile osservare atteggiamenti che si discostano dalla normalità e riconducibili ad ansia, stress o pseudo-nevrosi nelle femmine tenute in box dalla monta fino al parto. In modo speciale in quei soggetti che solcano
i campi prova od i terreni di caccia ed abituati ad un lavoro muscolare costante, sopra la norma e che porta a diventare “ soggetti movimento dipendenti”. Questo stato d’umore si ripercuote sui feti in quanto la barriera placentare è permeabile agli ormoni. Le famose “tare psicologiche”, che noi preferiamo invece chiamare in modo più coerente “casualità comportamentali”, sono per noi più correlabili a stati emotivi provati indirettamente dai feti che alla vera e propria trasmissibilità genetica. E’ noto da tempo che i feti, nelle ultime settimane di maturazione, rispondono a sollecitazione meccaniche (palpazione), alimentari (variazione di concentrazione ematica dei nutrienti nel sangue) ed ormonali della madre con l’aumento del numero di spasmi per unità di tempo. Ciò vuol dire che i feti  “sentono”, percepiscono o cominciano a percepire, memorizzando esperienze tattili, gustative ed emozionali trasmesse loro dalla madre ancor prima della nascita. Quindi, alla luce di ciò, le Scienze consigliano gli allevatori sul da farsi, sperando che tali consigli vengano messi in essere per il nome dell’allevamento e per il bene della razze allevata.
Le cure generali
L'allevatore coscienzioso deve osservare e toccare sempre i suoi cani almeno una volta al giorno, specialmente dopo l’attività venatoria. L'osservazione è quella fase che permette di notare se nel comportamento del soggetto traspare qualche cosa che non va dal punto di vista biologico e/o comportamentale. Uno dei primi campanelli d'allarme è un cambiamento dello stato umorale. Il cane si può presentare mogio od al contrario nervoso e/o molto irritato dalla presenza di altri soggetti, magari compagni da sempre nella divisione dello spazio abitato.
La deambulazione deve essere nella norma, senza evidenziare zoppie o parziale mobilità articolare. Il soggetto festante all'arrivo del padrone e/o del pasto, lo deve dimostrare sempre, affievolendosi solo nell'anzianità: lo scodinzolio, i saltelli sul posto, l'uggiolare e l'abbaiare sono manifestazioni comportamentali ripetitive insite nel soggetto e che non hanno motivo di essere attenuate se non per una modificazione fisiologica repentina (patologia) o naturale (vecchiaia).
Anche l'appetito deve essere stabile. Per misurare tale parametro è importante che i soggetti di un canile vengano separati durante la somministrazione di cibo così da cogliere qualsiasi mutamento nell'approccio alla ciotola da parte del singolo. I cani malaticci che consumano il pasto da una fonte comune, sembrano mostrare un appetito famelico da benessere, ma che in realtà non hanno, mettendo in evidenza solo grado gerarchico e possesso per l'alimento.
L'esame tattile permette invece di far emergere problemi a livello cutaneo ed osteo-articolare. La palpazione concede infatti di mettere in risalto escrescenze cutanee, ferite, croste, parassitosi esterne, forme micotiche, noduli linfatici ingrossati, articolazioni infiammate,  ecc. Particolare attenzione si deve prestare alle femmine. Un saltuario esame tattile dei dotti mammari (escludendo il periodo delle possibili gravidenze isteriche) e dei capezzoli possono evidenziare piccoli noduli tumorali che, se presi per tempo, con una semplice operazione chirurgica possono essere rimossi ancor prima di una letale diffusione.
Le spese sanitarie
Le spese sanitarie sono una delle voci importanti che incidono non poco sul bilancio di un allevamento. Per non inoltrarci profondamente nell’argomento, si pensi solamente alle vaccinazioni di routine, ai trattamenti ciclici contro le parassitosi interne ed esterne, alla pulizia ed alla disinfezione delle zone di stabulazione mobile dei cani.